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The StabilisersThe Stabilisers
Jon Bott - vocals, bass by Antinea Peruch
Allan Crockford - guitar, vocals by Antinea Peruch
Francis Braithwaite -  drums, vocals  by Antinea Peruch

Rimasto profondamente colpito dal loro primo lavoro intitolato "Last Chance Saloon" (Skipping Musez Rec.), perfettamente in riga con la linea punk che negli anni'70 rivoluzionò il regno della Regina Elisabetta II, ho subito colto l'occasione di scambiare quattro chiacchiere con questi ragazzi londinesi. Uno di loro, Allan Crockford, non è certamente uno sconosciuto nella scena rock'n'roll, visto che ha fatto parte di bands come Prisoners, Headcoats e Solar Flares. Ecco a voi miei cari Exploders i The Stabilisers!

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Salve ragazzi e benvenuti su The Rock Explosion! Vi va di spiegare ai nostri Exploders come siete arrivati alla creazione della band?
Allan: The Stabilisers suonavano già da un po'di tempo prima che io entrassi a farne parte. Ho sempre pensato che avessero bei pezzi, la giusta forza e un grande senso dello humour. L'ultima cosa di cui potessero avere bisogno era un povero chitarrista che sapesse solo suonare il suo strumento al massimo del volume. Sfortunatamente loro non si sono dimostrati della stessa opinione e mi hanno pregato ugualmente di entrare nella band.
Jon: Prima eravamo in cinque e ci chiamavamo Sump. Eravamo Simon, Francis e io, più altri due ragazzi, che decisamente non riuscivano a entrare nell'ordine delle idee di come dovesse lavorare la band, cioè bene, perciò li ho buttati fuori. Per un po' siamo andati avanti in tre. Allan non faceva altro che presentarsi ai nostri show e pregarci di prenderlo con noi. Così gliel'abbiamo concesso, ma a patto che si offrisse di fare il bucato per tutta la band.

Sono sempre stato curioso di sapere quali circostanze possano portare i musicisti a scegliere il nome che credono più adatto per la loro band. Per esempio com'è andata per voi? Come mai avete optato per The Stabilisers?
Allan: Credo che alla base di tali circostanze ci sia sempre un po' di disperazione. Sai, essere una band esordiente con un nome orribile o senza alcun nome, ti porta inevitabilmente a prendere decisioni del genere abbastanza in fretta, altrimenti si può finire bruciati a causa di nomi come Sump o Liquid Fart, e affini. Credo che The Stabilisers abbia qualcosa a che vedere con le motociclette o con le pericolose sostanze additive nei cibi. Poi per qualche ragione ci è sembrato anche un po' punk, e quindi ci è piaciuto.
Jon: Il nostro nome ha a che fare con qualcosa che evita di farti cadere e che ha un buon equilibrio. E' in qualche modo una richiesta d'aiuto.

Ho trovato molto simpatica la foto sulla cover di "Last Chance Saloon". Mi ha fatto immaginare la scena di un povero automobilista che finisce fuori strada perché distratto da una vostra canzone alla radio…
Allan: E certo! Ascoltare un nostro pezzo alla radio sarebbe decisamente qualcosa di imprevedibile! Sarebbe un po' come se il SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) riuscisse a portare a termine tutte le sue ricerche. In realtà è l' immagine delle conseguenze di un incidente che accadde al servo di Lord Simon Corbey dopo che questi aveva provato a ricattare Sua Signoria con la diffusione di certe informazioni riguardo la sua vita privata…
Jon: Per motivi legali non posso rivelare nulla sull'incidente riportato sulla cover dell' album, tranne che sono innocente e che non sono stato io a manomettere i freni. Ah, Simon semmai avessi ancora qualche altro lavoretto da commissionare, sai sempre a chi rivolgerti…

Probabilmente non sarò l'unico a dirlo, ma il vostro sound mi sembra fortemente ispirato da bands come Buzzcocks, 999, Boys, e affini. E' un risultato che volevate raggiungere o è qualcosa di assolutamente accidentale?
Allan: E' un risultato deliberatamente accidentale. Ognuno di noi ama un certo genere di musica, ma per qualche strana ragione, qualunque cosa facciamo suona come se ci stessimo esibendo davanti a Sua Maestà e a tutta la Corte. Jon è un grande ammiratore del Progressive Rock sperimentale, Francis è invece molto influenzato dai cosiddetti New Romantics, mentre Simon si ispira a Mantovani e a James Last. Solo io amo il bel folk del Kent adatto alla danza.
Jon: E' una scelta totalmente deliberata. Non so di cosa stia farneticando Al. Io odio il prog rock. Direi che mi sento di più un amante del jazz tradizionale.
Francis: Credo di essere stato un po' ispirato dalla drum machine di Dr.Rhythm. Resterei ad ascoltarla per ore.

Anche il prossimo lavoro (un 45 giri firmato Nicotine Records) uscirà per una label italiana. Pensate che sia conveniente rimanere buoni amici con la nostra "mafia" per cominciare a conquistare il mondo della musica?
Allan: Tutti sanno che l'Italia ha il cibo migliore, il vino più squisito e il clima ideale, gli abiti più raffinati, la gente più calorosa e un ottimo gusto musicale. A parte questo, nessuno di noi ha il minimo interesse.
Jon: Oggi non capita a molte band la possibilità di far uscire qualcosa su vinile, così, quando la Nicotine ci ha offerto questa chance, l'abbiamo accettata più che volentieri. Avevamo anche avuto offerte da alcune labels britanniche, solo che quelle italiane sono arrivate per prime.
Francis: Nessuno ha menzionato la testa di cavallo che abbiamo trovato nel back stage dopo uno show con un contratto infilzato tra i denti.

Allan, è difficile non associare il tuo nome ai tuoi illustri trascorsi con band del calibro di Thee Headcoats, The Solarflares, The Prisoners. Credi che un curriculum di questa portata possa contribuire ad aumentare l'interesse attorno ai The Stabilisers?
Allan: Certo che è uno strano modo di utilizzare la parola "illustri", ma capisco cosa vuoi dire. Naturalmente uno degli aspetti positivi è che grazie a questo posso ottenere più facilmente la possibilità di suonare dal vivo con The Stabilisers, proprio perché la gente che organizza i concerti si ricorda di me. Ma quello che faccio con questa nuova band è talmente diverso che il fatto di essere stato parte di altri complessi, serve solo per rompere il ghiaccio. Per fortuna abbiamo dei pezzi davvero buoni, così i fans dei Solarflares, Headcoats e dei Prisoners, ascoltando gli Stabilisers, rimangono comunque assai favorevolmente impressionati e credo che amino molto il nostro fiore all'occhiello, cioè i fantastici anthems firmati Bott.
Jon: Indubbiamente poter vantare una leggenda all'interno della band è estremamente vantaggioso, anche se avere Allan è tutta un'altra storia…
Francis: Ma chi è questo Allan che tutti continuano a nominare?

Qual è il significato di "Bendy Head"? Personalmente mi ha fatto pensare a una sporca gang di vostri fans.
Allan: "Bendy Head" funziona di certo come una specie di anthem per la band, così ci è sembrato un ottimo nome da dare alla mailing list... Potresti chiedere allo stesso autore, Mr J. Bott, di cosa tratta questo pezzo veramente. Potrebbe davvero avere un significato nascosto. Ma credo che abbia parecchio a che fare con quei pezzi tipicamente scritti sotto l'influenza dell'alcol.
Jon: Ho cominciato a canticchiarla una mattina, nel pieno dei postumi di una bella sbronza. In realtà non significa nulla. Ma molta gente crede che parli di pompini…
Francis: E pensare che credevo si trattasse di una danza popolare Indiana!

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Sembra che bands come The Libertines e The Hives abbiano ravvivato l'interesse della capitale britannica nei confronti di un certo tipo di musica. Secondo voi come si potrebbe descrivere lo stato attuale della scena rock nel vostro Paese?
Allan: Penso sia positivo il ritorno del garage, perché significa che anche il rock'n'roll e le esibizioni dal vivo stanno suscitando un indice di gradimento sempre maggiore. Il problema è che secondo me, come per tutte le tendenze, anche questa possa venire a noia a causa di gruppi mediocri che non aspettano altro che il treno giusto per diventare famosi. Così la gente si stuferà di ascoltare sempre la stessa roba da parte di quelle che si fanno chiamare garage bands, e si interesseranno di qualcos'altro. Comunque al momento ci sono un sacco di ottime band in giro, e questo è senz'altro un bene.
Jon: Sì, è vero, c'è un bel po' di buon materiale da queste parti, anche se non tutto è eccezionale. Sono convinto che bisognerebbe sempre poter contare su qualche vecchio buon ritornello orecchiabile.
Francis: La musica dal vivo è morta qui a Londra da un po' di anni, specialmente a causa del disinteresse delle università e dei college, ma speriamo che adesso riprenda a dare segni di vita.

Cosa vi ispira durante la stesura dei testi e la composizione degli arrangiamenti dei vostri pezzi?
Allan: Be', io non scrivo i testi, mi occupo solo degli arrangiamenti, così forse potresti chiedere a Jon di accompagnarti per i meandri delle sue fonti di massima ispirazione. Credo che birra e sesso figurino in prima linea…
Jon: Si tratta sia di cose che ti accadono nella vita di ogni giorno, sia di cose assolutamente senza senso.
Francis: Sono comunque molto divertenti da suonare.

Luglio e agosto vi hanno permesso di esibirvi in diversi show. Cosa potete raccontarci a riguardo?
Allan: Come tutte le bands, anche a noi capita di realizzare buone o pessime gigs. Non lo puoi sapere finché non le fai... ma credo che il concerto di reunion degi Happy Mondays possa essere un'occasione quantomeno interessante. Non mi è capitato spesso di partecipare a concerti e festival del genere, così non vedo l'ora. E poi non ho mai avuto l'occasione di vedere i Mondays suonare nella loro formazione originaria e poterlo fare senza nemmeno pagare, è ancora meglio. Ma tutti noi non vediamo l'ora di suonare Italia a Settembre!
Jon: Sì, sembra proprio che si stia prospettando un'estate molto interessante. Sono sicuro che la parte migliore verrà quando saremo in Italia, lo dico sul serio! Vuoi mettere tra Bologna e Walthamstow? Non c'è storia!
Francis: Negli ultimi tempi abbiamo cercato di suonare con una certa frequenza per mantenere il nostro nome sempre in lista. E' vero che siamo tutti eccitati all'idea di venire a suonare in Italia. E' una tappa fondamentale.

Quindi a settembre suonerete in Italia. E' la prima volta che vi troverete a visitare il nostro Paese da musicisti? Cosa vi aspettate qui dai vostri fans?
Allan: Ho suonato in Italia parecchie volte con i Prisoners, i Prime Movers e i Solarflares. Ma questa sarà la mia prima volta con i The Stabilisers. Credo proprio che sia il primo posto in assoluto dove preferisco suonare in Europa. La gente è amichevole ed entusiasta durante i concerti. Non c'è il cinismo tipico che si respira in Inghilterra. E poi con quel cibo e quel vino…
Jon: Per me sarà la prima volta che avrò suonato in Italia. Conosco dei ragazzi di altre bands (Alabama 3, Sophia) che dicono che per loro non c'è posto in cui andare a suonare migliore dell'Italia, perché la gente sa divertirsi ai concerti. Speriamo di farvi ballare e saltare anche noi!
Francis: Io spero solo che vi divertiate almeno quanto ci divertiamo noi sul palco.

Bene adesso è arrivato uno di quei momenti clou in cui mi ritrovo a secco di domande e quindi mi azzarderò a chiedervi qualcosa che ognuno di noi qu vorrebbe sapere: ma è vero che le rockstar hanno più possibilità di fare sesso e di trovare roba di qualità?
Allan: Che vuol dire? Se vuoi sesso e droga puoi sempre trovarli entrambi, non hai bisogno di far parte di una band! I musicisti possono essere brutti e fuori di testa come chiunque altro. Forse essere un artista ti apre certe porte molto più facilmente… ma dopo un po' ti rendi conto che suonare è la parte migliore dell'essere in una band. E ovviamente bere e mangiare gratis nei locali dove vai a suonare…
Jon: Certo che essere sempre in posti nuovi e andare in giro a divertirsi ti dà più possibilità che startene in casa a fare niente e ad annoiarti.
Francis: Ho sempre avuto un po' di difficoltà a fare sesso e cercare della roba contemporaneamente.

Per caso coltivate qualche passione o hobby particolari fuori dal contesto prettamente musicale?
Allan: Niente che ti possa svelare…
Jon: La musica per me è la vita, e Dio è il mio manico di chitarra.
Francis: Ho una grande passione per le motociclette.

Quanto avete sofferto per l'eliminazione dell'Inghilterra dai Campionati Europei di calcio in Portogallo?
Allan: Ormai questo tipo di sofferenza ci è diventata parecchio familiare, visto che perdere ai rigori ormai è diventata una prassi per l'Inghilterra. Siamo bravi a difendere eroicamente, ma non abbiamo la mentalità dei vincenti e credo che la vostra squadra italiana abbia più o meno lo stesso problema. La sera dell'incontro fatidico eravamo in concerto, così è stato piuttosto difficile entusiasmarsi, ma è andata bene perché mi sono potuto sfogare suonando!
Jon: Allan è stato contento di suonare quando abbiamo perso, perché così ha potuto sfogare la sua rabbia sulla chitarra. Personalmente non mi è dispiaciuto più di tanto, ma mi sono solo annoiato mortalmente per via dei supplementari. Trovo che aver prolungato la partita abbia causato più noia e sofferenza della sconfitta di per sé.
Francis: Ecco cosa c'è di fantastico nel suonare la batteria: tu puoi immaginare di avere davanti tutti i tipi che non sopporti e di riempirli di colpi come un indemoniato riuscendo a fare anche della buona musica in compenso. E' perfetto. Peccato che non ho una batteria di undici elementi!

Cosa amate e cosa odiate di più del mondo del rock'n'roll?
Allan: Adoro tutto ciò che ha a che fare con la musica, i concerti, le prove, le registrazioni, incontrare gente nuova, socializzare… Odio però dover organizzare gigs, parlare ai vari managers, agenti, promoters etc. D'altra parte penso che anche questo sia di normale amministrazione per un musicista…
Jon: La parte migliore per me è far divertire e far ballare la gente suonando dal vivo. Se non dovesse più succedere credo che mollerei tutto per noia. Anche perché odio trasportare gli strumenti e le attrezzature da un posto all'altro. Dovrebbe toccare a qualcun altro, io ho già dato anni fa quando ho fatto il roadie per qualche tempo. Adesso vorrei solo suonare (sono un chitarrista un po' pigro).
Francis: Amo sbattere le bacchette sulle pelli e fare tanto rumore, avendo sempre garantito il posto a sedere a ogni concerto. Odio i drum kits di altri batteristi che si staccano mentre sto suonando.

Ok. Ecco a voi un piccolo spazio pubblicitario a vostra disposizione. Avete a disposizione circa 100 caratteri per dire qualcosa al mondo sulla vostra musica:
Allan: Ecco, a questo punto vorrei condividere con voi la nostra visione del futuro. Posso dirvi che proponiamo una nuova e divertente versione di punk con grandi canzoni e un look piacevole e igienicamente impeccabile (più o meno). E siccome penso sia giusto che tutti sappiano qual è la nostra missione, vi leggo il nostro manifesto: "Nello spasmodico tentativo di raggiungere ben altri parametri di eccellenza nel difficile ambito del punk rock attraverso un progressivo livellamento delle nostre tradizionali attitudini convogliate all'acquisizione di una nuova visione del tipo di utenza volta a ricercare un prodotto di ottima fattura targato Stabilisers e a generare un'integrazione attiva tra innovazione, sovraffaticamento e grandi aspettative nel suonare la chitarra e strillarci su…"
Jon: Perfetto, gli amanti dei paroloni l'ameranno.
Francis: Come facciamo a tirar via il Thesaurus dal culo di Allan?

Intervista realizzata da Roberto Barisone
Traduzione realizzata da Margherita Realmonte
Photos 3,4,5 by Antinea Peruch

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